Ave Mou by Giancarlo Dotto

Ave Mou by Giancarlo Dotto

autore:Giancarlo Dotto [Dotto, Giancarlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2021-07-28T12:00:00+00:00


15

Roma, stai in guardia

Mourinho non ama i bravi ragazzi

«Non potete essere bravi ragazzi per novanta minuti… Dovete essere un mucchio di bastardi!» Bunch of bastards. Quando in campo le cose non vanno, quando le sconfitte sono subite senza colpo ferire e testa impazzire. Lo si sente ripetere a più non posso, il nostro Mou, in All or Nothing, la serie di Amazon Prime sulla sua intensa e infelice storia al Tottenham. «Qualcosa non va in questa squadra. Vi prendo in giro e nessuno mi insulta. Insulto e nessuno reagisce. Siete troppo buoni… Non va bene», una delle sue prime sortite da coach degli Spurs al Training Ground.

Alla Roma devono saperlo, ed è bene che lo sappiano il prima possibile: Mou non ama i bravi ragazzi. Diciamola tutta: per sentirsi bene ha bisogno di riconoscere più figli di puttana possibili attorno a sé. Facce da lupi, in questo caso, in un mucchio auspicabilmente selvaggio. Lo ha ripetuto anche di recente: «Ho problemi solo con i giocatori egocentrici, quelli che antepongono l’interesse personale a quello della squadra…» (esplicito, a seguire, il riferimento a Cristiano Ronaldo, citato in un episodio come esempio). La sua squadra ideale? Quella in cui i grandi egocentrici mettono il loro immane ego al servizio dell’unico immane ego che conta, quello dell’allenatore, nel nome del bene collettivo. La classica iperbole del santone moschettiere: tutti per uno, il resto vi piacerà.

Lo dice spesso, Mou: voglio una squadra di veri e utili bastardi. Non più di tre o quattro bravi ragazzi, giusto per salvare le apparenze e avere qualcuno da spedire in missione umanitaria nelle scuole e negli ospedali. A occhio e croce tra i titolari di questo poco edificante team, insieme ai Ramos, ai Terry, ai Lúcio, ai Materazzi e agli Ibra, ci starebbe alla perfezione da romanista questo Granit Xhaka, uno che si avvicina molto all’identikit dell’utile bastardo, in linea anche con la radice del suo nome. Bella faccia spavalda. Il sinistro un orologio di lusso, la testa un bazooka che sa sparare come e dove si deve. Un capitano da manuale. A vederlo scuotere, trascinare e portare alla guerra i suoi della Svizzera nell’ultimo Europeo, gli occhi fuori dalle orbite, le vene a scoppio, lo diresti da romanista una versione aggiornata di Daniele De Rossi. Unai Emery gli tolse la fascia all’Arsenal perché voleva menare uno per uno i tifosi che lo insultavano dagli spalti. Edin Džeko è stato degradato da capitano per il motivo opposto: lamenti osceni in luogo pubblico. La Roma, questa Roma di Mourinho, ha decisamente bisogno di uno come Granit.

Già, perché l’ultima, quella di Paulo Fonseca, passerà tristemente alla quasi secolare storia giallorossa come una squadra di buoni calciatori e soprattutto bravi ragazzi: tranquilli, educati, impeccabili. Guidati per due anni da un allenatore più bravo e più educato di loro, impegnato a dimostrare ogni settimana di meritare un buon voto in condotta e la pacca sulle spalle di avversari e cronisti. Gentile con il giornalista bastardo, remissivo con l’arbitro incapace, perplesso con il giocatore carogna.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.